giovedì 31 ottobre 2013

Energia pulita dal solare termodinamico

Le alternative ai combustibili fossili e al nucleare,esistono da tempo,e la ricerca sta facendo passi da gigante per ottimizzare la resa di queste nuove tecnologie.Oltre ai classici pannelli solari fotovoltaici,che grazie al particolare materiale di cui sono composti trasformano direttamente i raggi solari in energia elettrica,esiste un altro modo per sfruttare l'energia che proviene dal Sole.
Il solare termodinamico parte da un'idea antichissima,quella degli specchi ustori di Archimede che li utilizzò nel 212 a.C. per difendere Siracusa dall'assedio delle navi romane.Sfruttando i raggi solari riflessi da diversi grandi specchi e concentrandoli sulle navi di legno dei Romani,le distrusse facendole bruciare.
L'aspetto quasi mistico del PS10
Allo stesso modo oggi la luce solare viene riflessa da migliaia di specchi,di dimensioni intorno ai 100 metri quadrati ciascuno,e disposti a cerchio o a semicerchio intorno ad una torre alta 100-150 metri.Sulla sommità di questa torre è posizionato un'enorme cisterna piena d'acqua o di altro liquido più resistente al calore.Nel caso delle prime centrali di questo tipo veniva usata acqua la quale,sottoposta ad elevate temperature,formava vapore ad alta pressione che veniva convogliato verso una turbina che generava elettricità.Il limite di questa tecnologia era rappresentato dal fatto che in assenza di sole,quindi di notte o durante giornate nuvolose,non veniva prodotta energia.Le nuove centrali utilizzano invece sali di nitrato fusi che hanno la capacità di conservare il calore fino a 15 ore,permettendo così la produzione di energia anche durante la notte o in assenza di irraggiamento solare.
In Europa la pioniera di questa tecnologia è la Spagna che dal 2007 ad oggi ha costruito tre impianti di questo tipo:il PS10,che produce 11 Mw sufficienti al fabbisogno di 5500 famiglie e permette di evitare l'emissione di 6000 tonnellate di anidride carbonica all'anno,il PS20 di dimensioni e prestazioni quasi doppie, ed il Gemasolar. Quest'ultimo impianto è il più grande al mondo a torre centrale e soddisfa il fabbisogno energetico di 27500 famiglie,permettendo di evitare l'emissione di 30000 tonnellate di anidride carbonica all'anno.


Impianto a specchi parabolici
Oltre al termodinamico a torre centrale ne esiste un altro basato su specchi parabolici.Essi concentrano i raggi solari nel fuoco dello specchio,dove si trova un tubo all'interno del quale scorrono gli stessi sali fusi delle centrali a torre.Questo tipo di impianti sono diffusi negli Stati Uniti dal 1981. Nel 1985 è stato costruito un complesso di nove impianti in California che fornisce ben 350 Mw. Mentre nel 2007 è diventato operativo il Nevada Solar One un unico impianto che raggiunge la produzione di 75 Mw.

Per il fabbisogno energetico Europeo,si parla anche di possibili accordi e conseguenti investimenti per la creazione di centrali di questo tipo nelle zone desertiche del nord Africa che prevedano il trasporto di parte dell'energia in Europa.Pensate alle potenzialità di impianti del genere in zone a così alto tasso di irraggiamento solare.

In Italia invece siamo ancora indietro,come sempre. E pensare che l'ideatore di queste centrali è il nostro premio Nobel Carlo Rubbia che nel 2005 lasciò la presidenza dell' ENEA perché nessuno appoggiava la sua richiesta di investimenti sul solare termodinamico. Rubbia espatriò in Spagna ed i risultati si vedono.Nonostante nel 2007 il nostro governo abbia approvato un piano industriale per la costruzione di dieci centrali da 50 Mw ciascuna,nel 2009 si è rimangiato tutto approvando una mozione che gettava discredito su questo tipo di energia alternativa.Di conseguenza ad oggi in Italia esiste solo un esperimento ibrido solare-metano vicino a Siracusa,il progetto Archimede,con una centrale da 5 Mw a specchi parabolici,che è nato come atto dimostrativo delle potenzialità di questa tecnologia.
Non ci resta che armarci di santa pazienza e sperare in qualche persona illuminata.

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