lunedì 4 novembre 2013

La politica spreca e chiede sacrifici ai cittadini

E' di pochi giorni fa la notizia della pubblicazione dei dati riguardanti gli stipendi di tutto il personale che ruota intorno al Parlamento,quindi non solo i politici,ma anche i commessi,gli inservienti,elettricisti,cuochi e tutti coloro che lavorano nei Palazzi.A rendere noti i dati è stata un'organizzazione di Boston,la "United for a fair economy",che si occupa di promuovere una distribuzione equa della ricchezza nei vari paesi.
Abbiamo quindi riscoperto,perché i dati non sono del tutto nuovi,che per esempio un commesso(quegli omini in livrea che spesso vediamo impegnati a dividere i nostri amati politici intenti ad azzuffarsi in Aula) guadagna 60000 euro all'anno come stipendio base,ma la cifra può lievitare fino a 4oo mila.Gli operatori tecnici(elettricisti,centralinisti ecc.) possono arrivare a prendere più di 130 mila euro annui.Non parliamo dei politici veri e propri.Un calcolo basato sulla longevità politica dei nostri parlamentari ha portato a stabilire che,tra i politici ancora in attività,chi ci è costato di più è Napolitano che,con i suoi 60 anni di "onorata" carriera,avrebbe spremuto alle casse dello stato più di 13 milioni di euro.
Tutte queste cifre non ci stupiscono neanche più ormai.Il problema è che chi intasca tutti questi bei quattrini ha il coraggio di fare la morale e di chiedere sacrifici agli altri.Ma questa bella abitudine non è solo dei nostri governanti,è nel dna di tutti coloro che in qualche modo ricoprono ruoli di potere e che non hanno la minima idea di cosa voglia dire arrangiarsi e sopravvivere,perché vivono su un pianeta diverso.I vari amministratori delegati delle aziende ne sono un bell'esempio. Non appena la società cui appartengono vede diminuire gli utili hanno la strabiliante ed innovativa idea di recuperare fondi tagliando il personale,senza tenere conto che  quello che guadagnano deriva proprio dal lavoro quotidiano di tutte quelle persone.Ormai è per loro una gara per vedere chi è più bravo a tagliare e a riorganizzare,ma spesso fanno finta di non capire che i guasti che hanno portato le loro aziende a perdere ricavi sono dovuti alle decisioni sbagliate prese da loro e dai loro collaboratori.Spesso fanno finta di non capire che il problema non sono i mille,millecinquecento euro dell'impiegato a creare problemi,ma le centinaia di migliaia di euro sprecati in consulenze fatte fare agli amici,o regalati alla miriade di vice qualcosa e dirigenti di ogni tipo che passano la giornata a guardare statistiche e a prendere decisioni sbagliate.La ciliegina sulla torta è poi il fatto che,quando la fanno talmente grossa che il consiglio di amministrazione decide di mandarli a casa,per farlo non li licenziano come fanno coi comuni mortali,ma danno loro delle buonuscite milionarie,alla faccia della miseria e della recessione.E poi chiedono sacrifici ai cittadini.
La povertà ormai sta attanagliando molte famiglie e quotidianamente si vedono scene di persone di tutte le età che rovistano nei cassonetti dell'immondizia o negli scarti dei mercati rionali alla ricerca di qualcosa da mangiare.Ma a loro questo non interessa e non hanno fatto, né hanno in programma di fare nulla per ridistribuire la ricchezza nonostante l'impegno della sopra citata "United for a fair economy".

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