domenica 8 ottobre 2017

Gli allevamenti intensivi: polli e uova

La nostra vita corre veloce ed abbiamo sempre meno tempo da dedicare a noi stessi, per questo spesso non ci soffermiamo a pensare alle conseguenze delle nostre abitudini. Dobbiamo invece trovare la forza di tenerci aggiornati su quello che ci succede intorno e su cosa possiamo fare noi per migliorare la situazione.
La fretta ci porta spesso ad un consumismo sfrenato: si acquistano prodotti senza pensare cosa c'è dietro, ci facciamo incantare dalle pubblicità studiate a tavolino da esperti di comunicazione che raccontano una realtà molto lontana dalla verità, salvo poi svegliarci quando qualche notizia arriva nei notiziari della grande informazione.

E' di pochi giorni fa il servizio del Tg1 sugli allevamenti intensivi dei polli, che ha sorpreso e sconcertato molte persone. Mi capita spesso di parlare con qualcuno di alimentazione e quando si arriva all'argomento uova molti mi dicono che non comprano più quelle provenienti da allevamenti in gabbia ma solo da allevamenti a terra. Come se cambiasse qualcosa.
Le immagini mostrate nel servizio citato poco sopra sono proprio riferite ai famosi allevamenti a terra: capannoni industriali pieni all'inverosimile di polli che ricoprono l'intero pavimento, nutriti forzatamente con mangimi che permettono di farli crescere in pochi mesi, in modo da poter essere macellati il prima possibile e riempiti di antibiotici per prevenire malattie dovute al sovraffollamento ed alla scarsa igiene. Quest'ultimo aspetto ha una grande importanza non solo per il benessere animale, ma anche per quello umano in quanto parte degli antibiotici vengono assunti indirettamente anche da chi mangia quella carne, provocando la crescita di nuove generazioni di batteri resistenti a qualsiasi antibiotico e pertanto piuttosto pericolosi per la salute umana.

La soluzione? Se non abbiamo il vicino di casa che ha le galline libere di razzolare nell'aia e che producono uova secondo i ritmi naturali, non ci resta che affidarci alle uova biologiche, riconoscibili, oltre che dalla confezione, anche dal timbro sulle uova in cui il primo numero deve essere 0. 
Infatti la normativa vigente prevede l'etichettatura delle singole uova. Il numero 3 indica gli allevamenti in gabbia, il 2 gli allevamenti a terra, l'1 gli allevamenti all'aperto e lo 0 gli allevamenti biologici. E gli allevamenti all'aperto, vi chiederete voi, perché non vanno bene? Perché i polli, pur avendo la possibilità di razzolare liberi e di avere uno spazio abbastanza adeguato per muoversi, vengono nutriti con mangimi industriali, come negli allevamenti intensivi, mentre nel caso degli allevamenti biologici seguono un'alimentazione naturale come se fossero liberi in natura.
Quanto al consumo della carne di pollo, dal mio punto di vista andrebbe evitato del tutto, come quello di ogni animale, ma se proprio non riuscite a resistere, il consiglio è quello di cercare anche qui prodotti provenienti da allevamenti bio.

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